BUSTI COMMEMORATIVI MEDAGLIE D'ORO MARIO PASI, AGAMENNONE VECCHI E PRIMO SARTI

Piazza Caduti per la Libertà

MARIO PASI
Fin dall’8 Settembre prende parte alla lotta contro gli invasori arruolandosi nelle formazioni partigiane della montagna e organizzando lotte di liberazione, a causa delle quali diventa un ricercato della polizia.
Lavora come medico dal 1938 al 1943 presso l’Ospedale di S. Chiara di Trento per alleviare le sofferenze dei feriti.
Viene catturato per delazione poi successivamente bastonato a sangue, ma nonostante ciò continua a combattere.
Infine il suo cadavere viene impiccato ed esposto per due giorni.
Questa è la motivazione del valore militare concesso alla memoria di Mario Pasi, che ha combattuto nel Veneto per la libertà e la democrazia.

PRIMO SARTI
Colto dall'armistizio nel porto di Bastia, Primo Sarti chiese di combattere contro i nazisti.
Rimasto ferito in uno scontro con i tedeschi, fu decorato di Medaglia d'argento, il tenente di vascello fu destinato, era il 6 novembre del 1943, alla flottiglia MAS di base a La Maddalena.
Nell'aprile del 1944, l'equipaggio della nave su cui era di servizio si ammutinò.
I marinai fascisti, per passare con i tedeschi, uccisero proditoriamente l'ufficiale più alto in grado e con lui il sottotenente; offrirono a Sarti di arrendersi, ma lui affrontò i rivoltosi pistola in pugno e fu stroncato da una raffica di mitragliatrice.
Per questo suo gesto, alla memoria di Primo Sarti è stata conferita la massima decorazione militare con questa motivazione: "Ufficiale già distintosi per coraggio ed abnegazione in precedenti fatti d'arme, imbarcato con compiti di servizio su MAS che si trasferiva in base navale avanzata, veniva aggredito insieme ad altri due ufficiali da elementi faziosi, che con le armi alla mano intimavano di cedere al loro intendimento di consegnare l'unità al nemico oppressore.
Benché la Patria fosse divisa in due campi, gli spiriti e le coscienze tormentati da una dolorosa situazione, si univa senza titubanza alcuna all'ufficiale più anziano, affrontava coraggiosamente gli aggressori e cadeva colpito al petto nell'impari, violenta lotta.
Sacrificando se stesso riaffermava le più nobili tradizioni dell'onor militare e della Marina cui apparteneva".

AGAMENNONE VECCHI
Nasce a Cremona il 2 agosto 1872 e muore in combattimento nella piana di Lucinico il 6 agosto 1916.
Si arruola come volontario a diciassette anni nel 22° reggimento cavalleggeri Catania come allievo sergente.
L’anno dopo, nel gennaio 1890, passa all’89° reggimento fanteria dove nel luglio 1891 viene promosso sergente.
Nell’ottobre del 1896, col grado di furiere viene ammesso per concorso alla Scuola Militare di Modena, uscendone nel 1898 con le desiderate spalline di ufficiale in servizio effettivo.
Successivamente viene trasferito nel 28° reggimento della brigata Pavia. Al fronte, dell'Isonzo aiuta il suo comandante di reggimento, e per le opere svolte durante le sanguinose battaglie sul Monte Sabotino viene decorato di una medaglia di bronzo al valore militare.
Poi viene trasferito nelle trincee del settore del Podgora e assume alla fine di luglio del 1916 il comando del II battaglione dello stesso 28°.
Il 6 agosto, alle ore 16, ricevuto l’ordine di attaccare le difese avversarie tra il Podgora e Lucinico, lancia i suoi uomini da battaglia all’assalto protetti dal fuoco delle artiglierie.
Impavido e sempre alla testa dei suoi soldati, supera con un balzo le prime due linee di difesa e prima di raggiungere la terza linea avversaria, cade colpito a morte da una scheggia di granata nemica. Con moto proprio sovrano del 4 settembre 1916, alla sua memoria fu concessa la medaglia d’oro al valore militare.